giovedì 18 aprile 2024

My angel

 Magari in un’altra vita, in un altro mondo

Arrivando per tempo, prima del tempo stesso

Rapirti, portarti via dal campo, Intrisa di profumi, di margherite e di fiori d’acacia

You and me,  maybe one day.

 

Ancora i ricordi, si mischiano ai sogni

Nell’oblio della sera, con la luna che ci sfiora

Gridando alle stelle ma sussurrando, senz’altro sperando.

Ecco, scendere, angeli dal cielo

L’ultimo saluto della sera, sulle labbra a posare.

mercoledì 12 settembre 2018

ADeN

Un po' come il vento anche tu fai il tuo giro.
Oggi di qua domani di là,
non ti fai mai prendere nè mai ti fai mai trovare.

Non si sa dove sei, non si sa dove vai:
quando vuoi ci sei, quando non vuoi non ti ci trovo più.

Poi riaffiori, cogliendo un istante, casualmente rispondendo a domande ormai passate,
e riprendi il legame, sottile e invisibile.

Ti si può vedere, ma difficilmente guardare.
Ti si può sentire, ma raramente ascoltare.
Ti si può percerpire, assolutamente mai toccare.

Oggi persa nel vuoto, domani lontana nel tuo fuoco.
Ieri immersa nel mondo, dopodomani travolta dal vortice.

Che bella la vita, che strane le vite.

giovedì 26 luglio 2018

sabato 21 luglio 2018

La mia anima ha fretta


Ho contato i miei anni e ho scoperto che ho meno tempo per vivere da qui in poi rispetto a quello che ho vissuto fino ad ora.
Mi sento come quel bambino che ha vinto un pacchetto di dolci: i primi li ha mangiati con piacere, ma quando ha compreso che ne erano rimasti pochi ha cominciato a gustarli intensamente.
Non ho più tempo per riunioni interminabili dove vengono discussi statuti, regole, procedure e regolamenti interni, sapendo che nulla sarà raggiunto.
Non ho più tempo per sostenere le persone assurde che, nonostante la loro età cronologica, non sono cresciute.
Il mio tempo è troppo breve: voglio l’essenza, la mia anima ha fretta.
Non ho più molti dolci nel pacchetto.

Voglio vivere accanto a persone umane, molto umane, che sappiano ridere dei propri errori e che non siano gonfiate dai propri trionfi e che si assumano le proprie responsabilità. Così si difende la dignità umana e si vive nella verità e nell’ onestà
È l’essenziale che fa valer la pena di vivere.
Voglio circondarmi di persone che sanno come toccare i cuori, di persone  a cui i duri colpi della vita hanno insegnato a crescere con tocchi soavi dell’anima.

Sì, sono di fretta,  ho fretta di vivere con l’intensità che solo la maturità sa dare.
Non intendo sprecare nessuno dei dolci rimasti.  Sono sicuro che saranno squisiti, molto più di quelli mangiati finora.
Il mio obiettivo è quello di raggiungere la fine soddisfatto e in pace con i miei cari e la mia coscienza.
Abbiamo due vite e la seconda inizia quando ti rendi conto che ne hai solo una.

Mario de Andrade (San Paolo 1893-1945) Poeta, romanziere, saggista e musicologo

Nascondino

Ode a te che nascondi sotto la crosta un'anima in tumulto.

A te che esalti l'essenza dell'umanità con tratti a tinte pastello.
A te che puntualizzi l'attimo ed accentui la caratteristica soggettiva del momento.
A te che ironizzi su tutto, perfino sugli infermieri di reparti innominabili.
A te che la resilienza oramai è di casa, e di casa è anche la mimesi e la nemesi.
A te che la sera ti rinfranchi su di un dondolo da psichiatri, perché il lettino ormai è fuori moda.
A te che non c'è chimica che tenga il confronto con Cabernet franc.
A te che nascondi con garbo i tumulti, e vivi con ben celata serenità ogni affanno.
A te, che ti ho avvicinato da poco, che ancor meno ti conosco, che ancor di più nascondi i tuoi dolori, e che sublimi ogni accenno di incipiente disperazione con una incontenibile ironia.
A te che l'India ti è nel cuore, nel sangue, nelle vesti e nelle notti sognanti.

A noi che ci è stato permesso di camminarti a fianco.
Tu continua nel tuo labirinto dove noi ci potremmo perdere.

Noi perseveriamo con un invisibile filo di Arianna a rincorrerti e cercarti.
Marikando qua e là.

mercoledì 18 luglio 2018

Tempore florentes

Il tempo non si misura, perchè nel momento stesso in cui tenti di farlo, questo sfugge.
La velocità con cui se ne scappa, è variabile e relativa (...non rubo idee a nessuno.. al massimo le riutilizzo e provo a personalizzarle..)

Repentina e immediata l'evoluzione degli istanti dedicati a cose e persone gradevoli.
Dura e ripida, la fuga da quanto non ti aggrada.
Incessante, il perdurare di quello che vorresti evitare.

Solo i ricordi restano, ma la memoria ne dilata e ne riduce la distanza tra il ricordo e l'avvenimento, con la stessa facilità con cui si percorre una stessa distanza a piedi o in auto.
Stesso percorso, stessa partenza e stesso arrivo, diverso veicolo che consente di avvicinare i due momenti. 
Il veicolo, per la memoria, è la felicità che quell'evento ha generato: tanto più alta, tanto più immediato sarà il suo sbocciare e rifiorire.

Vi auguro un giardino in fiore, sempre e variabilmente.


venerdì 6 luglio 2018

Vetusta Nursia

"Sei solo...?"
Da una semplice domanda - ma tu cammini solo? - non era immaginabile cosa ne sarebbe uscito.
Voltarsi lentamente ed incrociare un sorriso su due occhi luminosi, che ti abbracciano in un semplice gesto d'accoglienza.
E attorno a lei due altri cappelli identici, sotto i quali si nascondono anime inimmaginabili.

Rivederle il giorno dopo. Quasi per caso. Ritrovarsi per caso, anche se nulla nasce per caso.
Incontrarle, tra una birra e una grappa, tra le presentazioni d'obbligo ( ma tu che lavoro fai? Ma di dove sei? ... ma sei prete..!?!?) e le risate così spontanee da ricordarti come ti sentivi a 8 anni a giocare e scherzare con gli amici.

Camminare sul prato, umido della sera, illuminato da un cielo pieno di stelle e di altri elementi celesti che solo Santa Barbara riesce a snaturare e rendere impersonale con le sue descrizioni da dizionario illustrato Devoto-Oli,
Ridere di battute scontate, ma con innata serenità; condividere le proprie intime motivazioni, descrivere le proprie sensazioni, e accogliere a mano aperta le rivelazioni di 3 donne sconosciute fino a poche ore prima, ma che adesso ti consentono di provare pienamente cosa significa "affinità elettive".

Faticare a prendere sonno, perché il sorriso che nasce dal ricordo dei momenti appena vissuti, rallenta la notte e come caffeina ti sollecita a continuare a pensare.

E poi, vederle perdersi. Non nello spazio, ma nel tempo: non sulla strada, ma nel cammino; non nelle preoccupazioni, ma nelle emozioni.

Non sentire la strada e la fatica, non pensare al peso sulle spalle, ma solamente volerle raggiungere per  vivere appieno quei pochi momenti che ancora restano prima del saluto.

Il bagno nel fiume, le foto di rito. L'odore di santità, la gioia, la vitalità.
La birra e le suore, le balle raccontate per allungare i momenti, le battute in romano, in pisano, in toscano, ed in trevisano.
E poi il saluto - maledetta suora che hai fretta di tornare nel tuo eremo.

Siamo come comete che vivono sfiorando costantemente l'orbita di tante altre: nella maggior parte dei vasi, lo sfregamento non ci toglie nulla, e non ci distoglie dalla nostra direzione.
A volte capita, come l'ho vissuta io, che le orbite sì fondono. E per questi brevi istanti le vite diventano una sintonia irripetibile, una armonia di suoni e percezioni, che i cuori battono all'unisono, i respiri si confondono e tutto diventa leggero.

E quando questo finisce, hai difficoltà a ripartire: la sensazione di aver lasciato qualcosa di incompiuto, la paura di aver chiuso una porta e non trovarne più la chiave, la gioia dell'aver visto sbocciare un fiore raro e non poterne più gioire della sua presenza e del suo profumo.

La prima notte poi, il sonno non arriva, il sorriso idiota non ti si toglie più dal viso, il ricordo dei sentieri persi e ritrovati ti culla e ti accompagna nel cuore della notte.

Ciao, mie mamm(ol)e.
Ciao dolci amiche di poche ore, lunghe ore, infiniti attimi, irripetibili emozioni.
Ciao, Barbara, Sonia, Chiara, dai soprannomi impronunciabili, nemmeno sussurabili.
Ciao camminanti. Ciao pensieri in libertà. 
Ciao passo riflesso (...che poi... che vvo' di'..!?!.!)

lunedì 8 maggio 2017

Life book

Ognuno si perde a scrivere la storia della propria vita, spazi rubati durante una cena, carte che ti avanzano nelle tasche, pizzini che ritrovi nei cassetti della Memoria.
E a un certo punto poi ti accorgi che forse è il caso di girare pagina , di chiude un capitolo, un paragrafo, forse un libro intero, e cominciare con qualcos'altro.
Ma come spesso capita, l'ironia della sorte ti porto ad accorgerti che le pagine sono incollate una all'altra, e non riesci proprio a girarne una sola . Quindi preferisci tenerti il libro com'è , aperto su quel capitolo, e iniziarne un altro, senza mai stancarti definitivamente della lettura precedente.

Ogni vicenda e ogni persona restano come un tatuaggio sul cuore, che anche volendo non riuscirai mai a dimenticare.

giovedì 4 maggio 2017

Bussola

Che tu possa perderti piacevolmente, e con leggerezza
per poi trovare la giusta via di casa.

Che tu non ti perda mai,
sapendo sempre dove andare, dove poggiare il piede, dove volgere lo sguardo.

Che tu decida di perderti ogni tanto,
che la via nascosta è la più bella, colma d'emozioni e di liete sorprese.

My angel

  M agari in un’altra vita, in un altro mondo A rrivando per tempo, prima del tempo stesso R apirti, portarti via dal campo, Intrisa di ...